Per non dimenticare: “23 novembre”. Il brano di Gennaro Curato da sfondo allo speciale di Geo su Rai3
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“23 novembre” è il titolo del brano scritto dal cantautore irpino Gennaro Curato (in arte Geni) in occasione dei 40 anni dal terremoto che sconvolse l’Irpinia e la Basilicata il 23 novembre 1980. Il brano è stato inserito in un film-documentario dal titolo “Irpinia terra nuova” che verrà trasmesso domani (venerdì 20 novembre) ore 17:30 su Rai3, all’interno del programma televisivo GEO condotto da Sveva Sagramola.
Il brano, in vernacolo irpino, suona più come un’antica nenia, scritta, per portare alla luce attraverso la musica, tutto il dramma ed il dolore che ha colpito questa terra e la sua popolazione. Una nenia, intrisa di dolore, che fa riaffiorare alla mente le parole che pronunciò l’allora Presidente Sandro Pertini al Tg2 Studio Aperto del 25 novembre 1980: «Non vi sono stati i soccorsi immediati che avrebbero dovuto esserci. Ancora dalle macerie si levavano gemiti, grida di disperazione di sepolti vivi». Così come il titolo del Mattino che il 26 novembre, a tre giorni dal dramma titolava a caratteri cubitali: “Cresce in maniera catastrofica il numero dei morti (sono 10.000?) e dei rimasti senza tetto (250.000?) – FATE PRESTO per salvare chi è ancora vivo, per aiutare chi non ha più nulla”.
Nelle parole del brano di Curato, si percepisce tutto il pianto di quei momenti, che come carta vetrata affonda sulla pelle; la sofferenza di un popolo che ancora oggi rivive, in un ricordo mai sopito, quell’attimo. Non si potrà mai dimenticare quell’orologio fermo alle 19:34:52, quando un’imprevedibile forza della natura scuote con magnitudo del X grado della scala Mercalli l’Irpinia che causò circa 280.000 sfollati, 8.848 feriti e, secondo le stime più attendibili, 2.914 morti. E da quel giorno, quella terra e quel popolo, non furono più gli stessi.
Un brano che nasce in un periodo di grande difficoltà per tutta l’umanità: “Durante la pausa forzata dovuta al Covid-19 – ha dichiarato Gennaro Curato – ho fatto una ricerca attraverso storie, testimonianze e tutto il materiale di repertorio in modo da avere una idea più chiara su tutto ciò che accadde quella sera. Il testo della canzone, volutamente scritto in dialetto irpino quanto più fedele all’area geografica colpita dalla catastrofe, tende a rimarcare e ad enfatizzare ancora di più l’angoscia, il disagio e l’abbandono. Le parole danno voce ad una persona che camminando tra le macerie e le case crollate invoca la Madonna. Il testo vuole descrivere – conclude Geni – ciò che ha vissuto e patito il popolo irpino: una ferita aperta che si porterà per tutta la vita”.
Il singolo invece, accompagnato da un video per la regia di Enrico Coppola, uscirà in occasione del quarantennale dal sisma il giorno 23 novembre. Sarà online su tutti gli store digitali e sui canali social media ufficiali dell'artista.