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"Riaprire le attività nelle province a bassa intensità di contagio". La proposta di Confartigianato


“Bisogna cambiare il sistema delle chiusure delle attività. Si possono riaprire, sempre nella massima sicurezza, quelle realtà che operano nelle province a bassa intensità di contagio”. Appello di Confartigianato Avellino e Confartigianato Campania, attraverso il presidente Ettore Mocella.

“Non illudiamoci che tutto possa finire in pochi mesi. Proprio per questo non è possibile aspettare l’uscita dal tunnel. Urge ripartire – afferma Mocella -. I lockdown stanno corrodendo l’economia e minando la stabilità  sociale ed economica. Le misure di distanziamento e contenimento sono decisive per limitare la circolazione del virus, ma i sacrifici aggiuntivi che le imprese hanno dovuto sopportare in termini di chiusure di attività produttive e commerciali sono grandi e non più sostenibili. È passato un anno dal primo caso di paziente positivo a Codogno, in Lombardia. Lo sforzo più grande da fare in queste ore è quello di sottrarsi alla retorica e cogliere l’occasione di una riflessione, proprio perché il percorso di uscita dalla pandemia è ancora lungo”.


Confartigianato avanza delle proposte.

Nelle province con bassi tassi di contagi la possibilità di riaprire le attività anche attraverso nuovi protocolli di sicurezza. “Alcune province non devono pagare il prezzo di problemi che si hanno altrove. Si pensi all’Irpinia o al Sannio, nel nostro caso specifico”, dichiara il presidente di Confartigianato Avellino, che propone interventi mirati e “chirurgici” sui focolai e con attività di tracciamento; una valorizzazione delle cure domiciliari e della medicina di base.

“Il vero cambio di passo è rimettere al centro le imprese e il lavoro – sostiene Mocella -. Si rispetti la dignità di imprenditori e lavoratori che non chiedono elemosine, ma il ritorno ad una normalità lavorativa e professionale fondata sul rispetto delle norme di contenimento e di distanziamento. La salute innanzitutto, ma certe decisioni possono tutelare tutti noi e anche le stesse imprese, per questo servono strategie diverse”.