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Riforma Corti di Giustizia Tributarie, Avellino rischia l’accorpamento a Benevento
venerdì 21 febbraio 2025 - Da Redazione
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Avellino rischia di perdere la propria sede di Corte di Giustizia Tributaria. Nel piano del Ministero dell’Economia e delle Finanze (MEF) è previsto, ad oggi, l’accorpamento a Benevento. Una decisione che, secondo Mario Lariccia, presidente dell’Ordine dei Commercialisti ed Esperti Contabili di Avellino, appare illogica e penalizzante per il capoluogo irpino. Il Ministero dell’Economia e delle Finanze è, infatti, pronto a tagliare 64 delle 103 Corti di Giustizia Tributaria. Una revisione che vedrebbe Avellino unica sede campana cancellata in un’ottica di semplificazione per accorpamento del 62% dei tribunali abilitati a trattare i ricorsi tributari di I grado, che nella fase successiva di giudizio passano a Napoli o alla sezione staccata del capoluogo regionale a Salerno.
Secondo Lariccia, tale piano di accorpamento proposto dal MEF non tiene conto di criteri oggettivi legati alla popolazione, al numero di imprese e all’importanza economica del territorio. “L’unica città in Campania a perdere la propria Corte di Giustizia Tributaria sarebbe Avellino - afferma Lariccia -, mentre Benevento, che è più piccola, con meno abitanti e meno imprese, manterrebbe la propria. Non si capisce secondo quale logica sia spuntata l’ipotesi di accorpare Avellino a Benevento e non viceversa”. Il provvedimento in discussione sta suscitando forti perplessità tra i professionisti del settore, che temono un indebolimento della giustizia tributaria locale e un aggravio per cittadini e imprese. Il trasferimento delle competenze a Benevento potrebbe allungare i tempi della giustizia fiscale e complicare il lavoro di consulenti e avvocati tributaristi che operano nel territorio avellinese.
Lariccia sottolinea, inoltre, l’importanza di mantenere una Corte di Giustizia Tributaria autonoma ad Avellino, che storicamente ha rappresentato un punto di riferimento per la provincia e per il sistema economico locale. “Non si tratta solo di una questione di prestigio – conclude -, ma di garantire un servizio efficiente e vicino alle esigenze del territorio. Chiediamo al MEF di rivedere il piano e di adottare criteri più equi nella riorganizzazione delle Corti di Giustizia Tributarie”.