Questo sito web utilizza cookie tecnici per assicurare una migliore esperienza di navigazione; oltre ai cookie di natura tecnica sono utilizzati anche cookie di terze parti.Leggi Altro
Contraffazione di diplomi di qualifica professionale in una struttura scolastica a Durazzano, tre arresti
mercoledì 16 aprile 2025 - Da Redazione
1329
Nella mattinata odierna, a seguito di una tempestiva ed articolata attività d’indagine coordinata dalla Procura della Repubblica di Benevento (a seguito di trasmissione del fascicolo per competenza territoriale da parte dalla Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere) il personale del Nucleo PEF della Guardia di Finanza di Caserta ha dato esecuzione all’ordinanza di applicazione della misura cautelare degli arresti domiciliari emessa dal GIP del Tribunale di Benevento, su richiesta della locale Procura della Repubblica, nei confronti di tre soggetti gravemente indiziati del delitto di associazione per delinquere finalizzata alla falsificazione e alla vendita di diplomi di qualifica professionale e alla falsificazione dei verbali e dei registri dei relativi esami di qualifica professionale.
Sono stati altresì, riconosciuti quali gravemente indiziati di essere partecipi del sodalizio criminale altri sette soggetti, in relazione ai quali non sono state ravvisate le necessarie esigenze cautelari; al riguardo si sottolinea come la misura cautelare sia stata emessa all’esito dell’interrogatorio preventivo ( quale introdotto dalla cd. legge Nordio) effettuato dal GIP nei confronti di tutti gli indagati per i quali era stata avanzata richiesta di misura cautelare da parte della Procura di Benevento.
In particolare, le indagini consentivano di accertare come il sodalizio criminale si avvalesse di una struttura scolastica paritaria, con sede in Durazzano, stabilmente dedita alla contraffazione di diplomi di qualifica professionale al fine di consentirne l’inserimento da parte dei diretti interessati nelle domande per graduatorie per il personale ATA triennio 2021/2023, che gli stessi sodali provvedevano in alcuni casi a compilare a fronte di un compenso di circa 1000,00 a candidato.
Invero, il tenore delle conversazioni intercettate, riscontrato dai dati estrapolati dalle copie forensi dei telefoni cellulari e dei computer in uso agli indagati, nonché dai falsi diplomi e registri sequestrati dalla locale Procura e dal disconoscimento delle sottoscrizioni ivi apparentemente apposte dai relativi componenti delle diciannove commissioni d’esame consentiva di appurare la falsità dei diplomi apparentemente rilasciati in favore dei beneficiari nell’anno scolastico 2012/2013.
Tali diplomi risultavano, infatti, creati digitalmente in un periodo successivo di almeno tre anni alla data del fittizio conseguimento del titolo, tanto che dalla documentazione acquisita si appurava altresì che l’istituto scolastico non aveva la legittimazione a convocare per l’anno 2012/2013 le commissioni esaminatrici in quanto la parità scolastica era stata riconosciuta solamente nel 2016, sebbene con effetto retroattivo.
La serialità ed il numero elevato di soggetti che avrebbero conseguito falsi diplomi, risultanti dai falsi registri di esami, pari a circa 1743 candidati, dimostra l’esistenza di un vero e proprio pactum sceleris tra gli stessi, preordinato alla costante realizzazione, a richiesta, di diplomi falsi, quasi tutti destinati al successivo inserimento nelle domande per le graduatorie del personale ATA.
Peraltro, in sede di perquisizione e sequestro i tre indagati, estranei alla compagine sociale dell’istituto scolastico e all’attività professionale ivi svolta, venivano rinvenuti in possesso di una documentazione sia cartacea sia digitale attinente alla scuola (nonché i documenti dei beneficiari), nonché di ingenti somme di denaro in contanti.
Alla luce dell’attività investigativa espletata dal Nucleo PEF di Caserta, valutata la fondatezza del compendio probatorio raccolto e condivisa la valutazione prospettata dal P.M., il G.I.P. (anche tenendo conto degli elementi a difesa proposti in sede di interrogatorio preventivo) ha ritenuto che ricorressero le esigenze cautelari del pericolo di reiterazione dei reati per i tre promotori dell’associazione per delinquere in questione, considerata la gravità dei fatti contestati.
La misura oggi eseguita è una misura cautelare disposta in sede di indagini preliminari, avverso cui sono ammessi mezzi di impugnazione, e i destinatari della stessa sono persone sottoposte alle indagini e quindi presunte innocenti fino a sentenza definitiva.