Cronaca
Droga in città durante il lockdown con 60 clienti . 19 misure cautelari con tre in carcere, 13 domiciliati e 3 con dimora
Diciannove indagati, tra cui alcune donne, con tre avellinesi arrestati, 13 ai domiciliari di età compresa tra i 20 e 65 anni tra le province di Avellino, Caserta e Salerno e 3 con l'obbligo di dimora .
I reati vanno dalla detenzione, spaccio stupefacenti, produzione ed estorsione. Sono i risultati dell'operazione " Delivery" coordinata dal Procuratore Capo Vincenzo D'Onofrio che ha visto dall'alba impegnati 150 carabinieri del Comando Provinciale con l'ausilio di unità del Nucleo cinofili di Sarno e del 7° Nucleo Eelicotteri carabinieri di Pontecagnano.
La misura cautelare in carcere è stata disposta per tre avellinesi, un 24enne, un 47enne e un 53enne, volti già noti agli investigatori.
L'attività illecita veniva esercitata durante il periodo delle restrizioni relative all'emergenza Covid -19 con la consegna "porta a porta" di sostanze stupefacenti tipo marijuana, hashish , cocaina.
Gli accertamenti sono stati eseguiti con tecniche di pedinamento, osservazione, controllo e sequestri della droga che hanno permesso di risalire ai pusher che in alcuni casi non esitavano a minacciare l'acquirente per il mancato pagamento della droga anche attraverso minacce a mogli e figli. Spacciatori capaci di sopravvivere durante il lockdown anche attraverso estorsioni con un modus operandi, " che danno l'idea della caratura criminale di soggetti non altamente organizzati ma comunque all'altezza del reato commesso" ha spiegato il comandante provinciale dei carabinieri Luigi Bramati nella conferenza stampa con il capitano Fabio Iapichino e il luogotenente Bruno Ronca.
Il linguaggio criptico e messaggi in codice utilizzato, scoperto attraverso le intercettazioni riguardava in genere, ( caffè, " mi serve un cavo elettrico", prosciutto cotto o crudo, birra, etc.). In qualche occasione è stata utilizzata anche una mimorenne come intermediaria.
Oltre 60 i clienti, molti dei quali insospettabili e per la prima volta sono stati individuati sul territorio irpino, tre laboratori artigianali attraverso i quali veniva preparata la cocaina per la produzione di crack, droga estremamente pericolosa capace di alimentare gli istinti violenti.
L'indagine è iniziata nel novembre 2019 e la prima fase si è conclusa nell'aprile 2020. Dagli accertamenti, è stato scoperto che per pagare la droga, veniva utilizzato da alcuni clienti il denaro intascato attraverso il reddito di cittadinanza.
La capacità dei pusher per eludere i controlli delle Forze dell'Ordine, avveniva anche attraverso autocertificazioni false con suggerimenti per itinerari e strade da percorrere per arrivare tranquilli alle abitazioni dei clienti spesso ubicati nella periferia come Rione Parco, Borgo Ferrovia , Quattrograna.