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Undici indagati, di cui 8 in carcere, per furti aggravati e alla ricettazione di cavi in rame per circa tre milioni di euro di valore commerciale.
lunedì 12 giugno 2023 - Da Redazione
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Nei giorni scorsi i Carabinieri della Compagnia CC Larino hanno dato esecuzione a un’ordinanza di custodia cautelare restrittiva della libertà personale, emessa dal Giudice per le indagini preliminari di Benevento su richiesta della Procura della Repubblica di Benevento, nei confronti di 11 indagati, di cui 8 in carcere, 1 ai domiciliari e 1 con obbligo di dimora, ritenuti gravemente indiziati, a vario titolo, di associazione a delinquere finalizzata ai furti aggravati e alla ricettazione di cavi in rame.
Il provvedimento – scaturente da attività di indagine effettuate, dal febbraio al settembre 2022, sotto l’originario coordinamento della Procura della Repubblica di Larino – è stato assunto a seguito di trasmissione atti effettuata dal Gip presso il Tribunale di Larino dichiaratosi territorialmente incompetente.
Le investigazioni, condotte anche mediante l’ausilio di attività tecniche, hanno per oggetto più episodi di furto, consumato o tentato, di cavi di rame presso parchi eolici siti in Campania, Molise, Basilicata e Puglia nonché, come accertato in una occasione, anche di furto di pannelli fotovoltaici.
Il Giudice in particolare ha ritenuto la sussistenza di gravi indizi quanto alla operatività di un’associazione per delinquere, composta da cittadini di nazionalità rumena, albanese ed italiana.
Gli indagati, già noti alle Forze dell’Ordine per reati analoghi, facevano capo ad un soggetto di nazionalità rumena che coordinava e dirigeva in prima persona sia la commissione dei furti che lo smistamento del metallo trafugato.
Una volta individuato il parco eolico i soggetti, che agivano sin dalle prime ore della sera, forzavano la porta di accesso degli aerogeneratori, tranciavano i vari cavi di rame ed asportavano rame in quantità, danneggiando, al contempo, i trasformatori.
Successivamente è stato accertato come il metallo fosse, poi, trasportato presso appositi luoghi dove veniva sguainato e preparato per l’introduzione all’interno del mercato nero.
Le attività illecite si concludevano mediante intermediazione e vendita a grossisti del settore del metallo, con ripartizione dell’illecito ricavato tra i componenti dell’organizzazione.
Durante le attività investigative sono stati accertati e contestati più episodi di furti e ricettazione di rame, per quantitativi pari a 6 tonnellate, nonché il sequestro di 615 kg del medesimo metallo.
Il danno patrimoniale del materiale trafugato, quantificato in un milione di euro, ha comportato la mancata produzione di energia eolica di circa novemila Mwh, per circa tre milioni di euro di valore commerciale.