Attrazione e meraviglia dalle cavità della Grotta del Caliendo: opportunità di studio e turismo sulla piana del Laceno
Belle e suggestive le grotte del Caliendo che suscitano nell’animo del visitatore un mix di attrazione e meraviglia. Le grotte, ( nelle foto di Adriano Nicastro ) situate nel comune di Bagnoli Irpino, sono tra le più importanti e conosciute cavità della Campania e costituiscono l’emissario idrogeologico stagionale del Lago Laceno, posto a quota 1050 m slm, le cui acque, da secoli vengono inghiottite in differenti punti dell’altipiano, per poi sfociare a valle. La Grotta è una cavità ipogea a sviluppo sub-orizzontale, il cui sbocco a valle è posto a quota 858,90 m s l/m, ed il suo accesso da Laceno è a quota 1034,50 m s l/m. Attualmente è stata rilevata per uno sviluppo planimetrico di 4.116 m, con una pendenza media del 8,4 % circa ed un dislivello positivo massimo di 183 m, con andamento sinuoso da ovest verso est. Presente da millenni, ma inaccessibile per la sua ubicazione e per le difficoltà di accesso, i bagnolesi hanno scoperto solo agli inizi del Novecento le bellezze custodite al suo interno, grazie all’ostinazione di un giovane muratore di Bagnoli, al secolo Giovanni Rama, che agli inizi degli anni ’30 riuscì ad accedervi, prodigandosi inoltre, nel tracciare un sentiero lungo il versante ed a fissare corde e scale nei punti di maggior pericolo.
Le esplorazioni del Rama portarono alla luce soltanto la parte finale della grotta, quella che porta a valle le acque del torrente Caliendo e che confluiscono nel fiume Calore. Occorrerà aspettare l’estate del 1981 per far riprendere con nuovo entusiasmo le esplorazioni. Il sisma del novembre 1980, infatti, oltre a provocare ingenti danni all’Irpinia, causò il prosciugarsi della sorgente Tronola, principale affluente del Lago, determinandone una rapida regressione ed un conseguente svuotamento della Grotta: tale fenomeno, se da un lato ha creato notevoli problemi di approvvigionamento idrico alla località Laceno, dall’altro ha consentito il prosieguo dell’esplorazione della stessa. Le nuove condizioni suscitarono il vivo interessamento di molti giovani bagnolesi che, guidati dall’artigiano Angelo Chieffo, erede della passione del pioniere Giovannino Rama, costituirono nell’autunno del 1981 il Circolo Speleologico a lui intitolato. Oggi, pur essendo ancora parzialmente attiva, la Grotta vive una fase di graduale transizione verso una condizione fossile. Attualmente è percorribile solo con l’ausilio delle guide esperte del Circolo Speleologico G. Rama e nei periodi di magra estiva per la presenza di innumerevoli sifoni. Accessibile attualmente solo attraverso il suo sbocco a valle, a tale ingresso si giunge per il ripido sentiero che dipartendosi dalla strada montana Colle della Molella - Valle Piana, e discendendo per circa 1000 sullo scosceso pendio della montagna conduce alla “Bocca”. E' dotata di due aperture: l’Ingresso Alto che attualmente ne permette l’accesso, e l’Ingresso Basso da cui fuoriesce l’acqua nei periodi invernali. Entrambe tali aperture, si affacciano sulla profonda forra del Vallone Caliendo. Lo sbocco dall’ampio ingresso è particolarmente maestoso e suggestivo. Entrati nella cavità s’incontrano piccoli salti e laghetti, mentre la Grotta assume l’aspetto di una grossa spaccatura nella montagna che alterna tratti stretti ed altissimi con sale ampie e più basse, angusti sifoni e corridoi, laghetti e suggestive volte o pareti concrezionate. Negli ultimi anni attraverso una galleria si è riusciti ad accedere alle grotte direttamente dalla piana del Laceno. Il nuovo ingresso anche se ancora chiuso al pubblico potrà essere in prospettiva un buon viatico per le opportunità turistiche e di studio delle grotte. di Giulio Tammaro