Gambacorta replica alle accuse , "Sarebbe il caso di passare dalla poesia alla prosa."
L'ex sindaco di Ariano ed ex presidente della Provincia di Avellino Domenico Gambacorta "rintuzza" le accuse emerse da un comunicato stampa pubblicato giovedì in riferimento alle aree Zes in particolare ad Ariano Irpino.
Così Gambacorta:
"La prima accusa riguarda il mancato adeguamento del Piano Urbanistico Comunale in seguito al finanziamento della Stazione Hirpinia, risalente al 2014. I Puc si adeguano in presenza di progetti definitivi che consentono di individuare puntualmente le aree da impegnare e di salvaguardare le relative fasce di rispetto ed è esattamente ciò che fece il Consiglio Comunale di Ariano Irpino, con delibera 62 del 9 ottobre 2017, quando approvò all’unanimità il progetto definitivo. L’atto conclusivo della Conferenza dei Servizi, l’Ordinanza Commissariale 35, è del 5 maggio 2018, data di pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale. Dunque, la eventuale area ZES di Fiumarelle (?!?) di cui si parla nel comunicato stampa, non poteva essere candidata per due ragioni. 1. Non esisteva dal punto di vista urbanistico ed era ovviamente priva delle infrastrutture per poter ospitare stabilimenti industriali. 2. A maggio 2018,quando veniva finalmente definita l’area interessata dalla Stazione Hirpinia, la Regione Campania aveva già deliberato le aree ZES.
Veniamo al mancato inserimento del PIP di Camporeale nella ZES Campania. Chiariamo subito che la scelta della Regione Campania di individuare esclusivamente aree ASI oltretutto prive di lotti per nuovi investimenti, si è rivelata infelice. Infatti, da dati diffusi dall’Agenzia delle Entrate, al 31 dicembre 2020, nelle tre aree ZES della provincia di Avellino sono stati effettuati appena 12 investimenti che hanno garantito agevolazioni attraverso il credito di imposta di appena 1.139 mila euro, di cui oltre la metà a Lacedonia.
Poca roba evidentemente. Tutto ciò è anche la conseguenza di una decisione mai oggetto di consultazioni con gli Enti Locali e senza la possibilità di presentare un dossier attraverso una manifestazione di interesse. Anche nei Consigli Generali dell’Asi, del 2017 e del 2018, non si è mai discusso di ZES. Il Consiglio Comunale, ad aprile 2018, pochi giorni dopo la delibera della Giunta Regionale, chiese a De Luca di integrare le aree ZES individuate anche perché vi erano oltre 300 ettari da distribuire fra le cinque province. Un tentativo in extremis che era doveroso fare e che fu appoggiato anche dalle segreterie provinciali di CGIL CISL e UIL. Anche se la Regione non accolse la richiesta di Ariano, i danni non sono stati irreparabili perché la lentezza del varo dei regolamenti attuativi e la scarsità di risorse finanziarie stanziate (appena 25 milioni di euro per tutto il Sud nel 2018) non hanno, come ho già scritto, suscitato l’interesse degli imprenditori.
Ora, però, di fronte a situazioni normative e a disponibilità finanziarie molto cambiate, gli imprenditori, arianesi e non, presenti nel PIP, hanno scritto al Ministro, al Commissario ZES e alla Regione, per sollecitare attenzione verso il PIP di Camporeale. Hanno sbagliato? Certamente no. Perché da giugno 2022 la partita delle ZES si è riaperta. La legge 79 del 29 giugno 2022, non solo consente al Commissario ZES di rimodulare la riperimetrazione vigente, mettendo a disposizione ettari di suoli occupati da strade, da parcheggi, da verde o da impianti di depurazione; non solo velocizza le procedure di autorizzazione; non solo estende il credito di imposta all’acquisto di terreni e alla realizzazione di immobili; ma stanzia fondi consistenti pari a 250 milioni di euro, per i contratti di sviluppo per le iniziative imprenditoriali da localizzare in area ZES. Dal 29 giugno 2022, ci sono le condizioni ottimali per agire. Si è già perso troppo tempo perché tanti amministratori locali in provincia di Avellino si sono già mobilitati perché le proprie aree ASI e le proprie aree Pip diventino ZES. La campagna elettorale è finita. Sarebbe il caso di passare dalla poesia alla prosa.