L'UISP propone, “Seguendo l’Acqua” 572 chilometri da Caposele lungo la Ciclovia dell’Acquedotto Pugliese
“Seguendo l’Acqua” 572 chilometri lungo la Ciclovia dell’Acquedotto Pugliese. Un modo alternativo per conoscere il Territorio. Andamento lento, su e giù per le colline irpine, lucane e della Murgia pugliese, seguendo l’acqua. Cinque giorni e 572 chilometri: tanta è la distanza – temporale e spaziale – tra Caposele e Santa Maria di Leuca, tra i monti dell’Irpinia, donatori di acqua, e il Santuario affacciato sui due mari, ai cui piedi l’acqua del Sele termina il suo percorso dopo aver alimentato le case di milioni di Pugliesi. Questo ha immaginato un manipolo di appassionati dell’Associazione Sportiva Ciclo Run di Roccapiemonte (SA), che ha sottoposto l’idea alla UISP Salerno. La proposta è stata immediatamente accolta dal Comitato salernitano che, in collaborazione con i Comitati UISP di Avellino e Lecce, nonché col supporto di UISP Campania e Puglia, darà un sostegno logistico e organizzativo alla interessante e, per certi versi, coraggiosa iniziativa. I Cicloturisti salernitani raggiungeranno Caposele giovedì 26 maggio, dove saranno accolti dall’Amministrazione locale e potranno visitare il Parco dell’Acqua e le Sorgenti del Sele che alimentano, fin dal 1914, il più grande Acquedotto d’Europa. La sera, poi, faranno conoscenza con le “matasse e ciciri” e con le altre prelibatezze della cucina caposelese. Venerdì 27 i nostri “prodi” imboccheranno la Ciclovia dell’Acquedotto Pugliese che, dopo oltre 100 chilometri tra colline ricoperte di ulivi e immense distese di grano ancora verde, li porterà a Venosa, la Città di Orazio. Sabato 28, tappa molto impegnativa: 132 chilometri attraverso Lucania e Murge pugliesi fino a Cassano, cittadina in provincia di Bari famosa per l’olio e per il Parco della Foresta di Mercadante. Domenica 29 maggio si parte in direzione sud-est, alla volta di Locorotondo, forse la tappa più bella dal punto di vista paesaggistico: i cicloamatori lasceranno l’Altopiano delle Murge per entrare in Valle d’Itria, terra dei Trulli e di campagne ricche di ogni ben di Dio. Lunedì 30 inizia la lunga discesa verso il Mar Jonio, puntando dritti in direzione di Nardò, una delle capitali del Barocco leccese, con i suoi litorali di incomparabile bellezza. Il percorso è lungo – 120 chilometri! – ma potrà essere alleviato da un bagno ristoratore, magari nella Baia di Porto Selvaggio. E siamo al 31 di maggio. Ultimi 71 chilometri fino alla punta del Tacco d’Italia: Santa Maria di Leuca, dove l’acqua del Sele termina la sua corsa generosa facendo gli ultimi salti lungo la Cascata Monumentale ai piedi del Santuario di Santa Maria di Finibus Terrae, congiungendosi finalmente al mare. I cicloturisti saranno degnamente accolti dalle Autorità locali e potranno godersi in tutta tranquillità “lu sule, lu mare, lu jentu” dello splendente “Salentu”! Chi vorrà, potrà unirsi al Gruppo di impavidi ciclisti in qualsiasi punto del lungo percorso e dare ancor più forza a questa che non è una semplice “gita” tra luoghi ricchi di storia e bellezza, ma vuole essere – soprattutto – una presa di coscienza rispetto a tutti i problemi connessi all’acqua come bene primario, da tutelare e rispettare in tutti i modi possibili. E questa ciclopasseggiata di 572 chilometri è certamente uno dei modi più piacevoli per portare all’attenzione questo messaggio: “l’Acqua: un bene universale di tutti!!!”, come recita il volantino della Manifestazione.