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Ordine degli Architetti - Colloquio con l’Assessore Bruno Discepolo sulla nuova legge urbanistica regionale

 

Colloquio con l’Assessore Bruno Discepolo sulla nuova legge urbanistica regionale

 
In occasione dell’incontro promosso dagli architetti e dai geometri della provincia di Avellino con l’assessore al governo del territorio della Regione Campania Bruno Discepolo, presso la sede della Scuola Edile di Atripalda, sono state rivolte alcune domande, al momento dell’accoglienza dell’assessore in città.
 
Attendiamo con interesse l’evento di oggi – spiega il presidente Erminio Petecca - L'incontro con l'assessore Discepolo, che è stato è l'autore della nuova legge urbanistica. Per capire meglio i meccanismi che si innescheranno attraverso la nuova legge. Capire come funzionerà. Come intenderà risolvere la legge i problemi del consumo di suolo e affrontare la rigenerazione di parti delle città e dei territori attraverso il riuso della riqualificazione degli edifici dismessi. Insomma gli argomenti sono tanti. Considero di grande attualità e di grande innovazione il PSU che è il piano strutturale che sostituirà i PUC e ancor di più i programmi operativi che saranno veramente il punto di forza per gli amministratori che vorranno porsi obiettivi veri e concreti nell'arco del loro mandato e cioè nei cinque anni di amministrazione.
 
Assessore Discepolo, la nuova legge urbanistica regionale è oramai operativa, in che modo incentiverà lo sviluppo del territorio?
 
Sicuramente potendo semplificare i procedimenti e la stessa definizione del piano urbanistico comunale per come viene definito oggi dalla legge 5 del 2024 in variante alla legge preesistente 16 del 2004. Un piano semplificato che fa coincidere la parte fondamentale obbligatoria per ogni comune con il piano strutturale o anche il piano della rigenerazione urbana e questa semplificazione, sia per l'importanza del tipo di piano che va redatto, che per i tempi con i quali è possibile pervenire alla sua redazione e approvazione. Sicuramente faciliterà un processo di dotazione da parte di tutti i comuni della Campania, che ancora non sono dotati di un piano adeguato alla norma regionale, di poter finalmente pervenire a questo risultato.
 
Nel testo si parla di riduzione del consumo di suolo e nel contempo di premialità di cubature, ci spiega come si coniugano questi due aspetti?
 
Assolutamente stanno bene insieme, perché la strategia sulla quale si basa la nuova legge è quella della riduzione del consumo di suolo e della promozione della rigenerazione urbana. Quelli che vengono favoriti sono i processi di recupero e riqualificazione del patrimonio esistente. Introducendo alcuni incentivi che possono essere la riduzione degli oneri, l’aumento di superficie o di volumetrie, che riguardano sempre il costruito cioè ciò che già esiste e quindi mai in termini di consumo di nuovo suolo.
 
In che modo dovranno adoperarsi le amministrazioni comunali?
 
Corrispondendo quello che è nella manovra urbanistica messa in campo dalla Regione Campania, cioè dotandosi, finalmente, dello strumento urbanistico generale per quei comuni che ancora non lo hanno fatto. Addirittura auspicherei in quei casi in cui è possibile, anche a livello intercomunale, mettendo insieme i comuni più piccoli e facendo sì che almeno questo sistema di regole di base con il piano strutturale possa davvero cominciare a funzionare.
 
Questo testo viene definito una delle leggi più moderne attualmente in Italia, riguardante il complessivo tema del governo del territorio, quali sono gli aspetti innovativi rispetto alle leggi urbanistiche di altre regioni, ci porta qualche esempio?
 
La semplificazione, attraverso la definizione di un unico strumento che superando la vecchia concezione della componente strutturale e di quella operativita, oggi definisce nel piano strutturale o piano della rigenerazione urbana, il piano generale rispetto al quale possono essere attuate anche altre misure, altre pianificazioni di dettaglio. E’ un pò tutta l'ispirazione della legge che porta dei contributi significativi in termini di modernizzazione anche della cultura urbanistica italiana. Per fare un esempio noi introduciamo un concetto sulla dotazione dei servizi ecosistemici per andare oltre la dimensione tradizionale degli standard urbanistici del decreto 1444 del ‘68. Così come proviamo a introdurre una nuova definizione di sostenibilità urbanistica che supera le vecchie concezioni a partire del carico insediativo o del carico urbanistico per tentare di dare oggi una nuova chiave interpretativa in cui occorre riferirsi a questa categoria della sostenibilità urbanistica come il dato al quale rapportare poi le scelte della pianificazione.
 
Per gli interventi di rigenerazione urbana si fa sempre riferimento ai programmi operativi promossi dalle amministrazioni comunali, salvo che per l’art. 33 quater del testo, finalizzato alla ristrutturazione edilizia di singoli edifici che sembrerebbe procrastinare gli indirizzi già presenti nel piano casa che però erano a scadenza, ci chiarisce anche questo punto?
 
Nella rigenerazione urbana noi facciamo una grande operazione di consapevolezza che gli interventi significativi ed estesi su tutto il territorio della Regione, su tutti i tessuti già realizzati, occorrono oggi di uno sforzo grandissimo in termini di riqualificazione di questo patrimonio, di messa in sicurezza, di efficientamento energetico, che certamente non potrà mai essere assicurato solo da risorse pubbliche. Ci vuole un nuovo patto tra pubblico e privato per incentivare gli interventi dei proprietari soggetti privati, oltre a quei casi più limitati in cui alcuni programmi potranno essere di iniziativa pubblica.
 
Cosa ne pensa del nuovo condono edilizio che il governo sta predisponendo, porterà benefici?
 
Temo che si tratta più che altro di una manovra dal valore strumentale in campagna elettorale per dare delle aspettative laddove la sostanza delle questioni che saranno ammesse a sanatoria saranno irrilevanti. E dove anche quella che era all'inizio di un percorso che al ministero delle infrastrutture avevano palesato in termini di un piano casa evidentemente è tutt'altra cosa dalle sanatorie sulle case e invece allontani un obiettivo più importante che quello di rilanciare le politiche abitative in Italia oggi.