Bagnoli Irpino -Il tartufo , patrimonio immateriale dell’Unesco
La “cerca e cavatura del tartufo in Italia: conoscenze e pratiche tradizionali” entra nel patrimonio culturale immateriale dell’umanità tutelato dall’Unesco. La decisione adottata dalla sedicesima sessione del Comitato intergovernativo Unesco riunito a Parigi è stata comunicata ufficialmente questa mattina a conclusione di un iter di candidatura formalmente presentata dall'Italia a marzo 2020.
Un risultato che è stato festeggiato all’interno dell’assise con un maxi vassoio di tagliolini al tartufo tutti i partecipanti e i leader politici dei principali partiti e movimenti presenti in Assemblea. Il percorso di candidatura, coordinato dall’Ufficio Unesco del Ministero della cultura, ha visto la partecipazione diretta e costante di una vasta comunità composta da singoli tartufai, libere associazioni, tra cui l’associazione tartufai Monti Picentini Bagnoli Irpino e gruppi aderenti alla Federazione Nazionale Associazioni Tartufai Italiana (FNATI) e all’Associazione Nazionale delle Città del Tartufo (ANCT). “Con il riconoscimento di oggi”, ha affermato il Sottosegretario alla cultura Borgonzoni, “diventano 72 i riconoscimenti Unesco in Italia: un primato che rafforza la leadership culturale del Belpaese, ribadendo la vastità del nostro patrimonio culturale e riconoscendo il ruolo delle comunità nella tutela e promozione dei propri beni”. Un ulteriore successo per Bagnoli Irpino che con i suoi circa 150 cavatori e diverse aziende di trasformazione e vendita del tartufo rappresenta una delle realtà più importanti della Campania nell’ambito tartuficolo. Quello di oggi è per l’Associazione Tartufai Monti Picentini un altro traguardo nella promozione e valorizzazione del Nero di Bagnoli che arriva a distanza di qualche anno dalla partecipazione all’EXPO di Milano nel 2015, con l'Associazione Nazionale Città del Tartufo. il Comune di Bagnoli ha contribuito al progetto per la candidatura della ‘Cerca e cavatura del Tartufo in Italia’ a Patrimonio culturale immateriale Unesco, partecipando, con i suoi cavatori, (il Presidente Giuseppe Caputo e Antonio di Capua detto “Zi F’rele” recentemente scomparso), alla realizzazione del cortometraggio “Memorie del Tartufo”, curato dal regista Remo Schellino, in collaborazione con i Comuni e le associazioni di tartufai, per testimoniare la ricerca e cavatura del tartufo nelle varie regioni italiane, facendo così conoscere il tartufo nero con la sua centenaria tradizione.
L’arte della ricerca del tartufo coinvolge in Italia coinvolge in totale circa 73.660 tartufai, riuniti in 45 gruppi associati nella Federazione Nazionale Associazioni Tartufai Italiani (FNATI), da singoli tartufai non riuniti in associazioni per un totale di circa 44.600 unità e da altre 12 Associazioni di tartufai che insieme all’Associazione Nazionale Città del Tartufo (ANCT) coinvolgono circa 20.000 liberi cercatori e cavatori. Una vasta comunità, distribuita lungo tutto lo stivale, dal Piemonte alla Calabria,toccando quasi tutte le regioni d’Italia sono numerosi i territori battuti dai ricercatori.
Giulio Tammaro