Questo sito web utilizza cookie tecnici per assicurare una migliore esperienza di navigazione; oltre ai cookie di natura tecnica sono utilizzati anche cookie di terze parti.Leggi Altro
Alle Due Culture di Biogem è il turno del professore Giuseppe Remuzzi
venerdì 8 settembre 2023 - Da Redazione
1052
Il mondo verde declinato nelle forme specifiche della botanica, ma anche nella sua capacità di dialogare con l’urbanistica e con l’architettura, per poi chiudere in una prospettiva medico-scientifica, affidata al Direttore dell’Istituto Mario Negri, Giuseppe Remuzzi. Entra nel vivo il meeting settembrino di Biogem, che, nella sua terza giornata, si concede un excursus nell’affascinante realtà degli orti botanici, descritti come scrigni di biodiversità, centri di ricerca e giardini storici, dal professore Paolo Caputo, Direttore dell’Orto Botanico di Napoli. Un intervento che aprirà i lavori, come sempre alle ore 16:00, e che, pur incentrato su una realtà di grande storia e prestigio, quale quella partenopea, si annuncia ben più ampio nell’impostazione, grazie alla prestigiosa carriera, anche fuori dal nostro Paese, del professore Caputo.
Seguirà una relazione di Mario Panizza, docente di architettura e già Rettore dell’Università Roma Tre, che concentrerà la sua analisi sulle città dal cuore verde. Un contributo alla discussione altrettanto cosmopolita, visti gli studi, anche recenti, del professore, sull’urbanistica dal cuore verde nella lontana Australia.
L’intervento finale di Giuseppe Remuzzi, molto atteso dalla comunità scientifica di Biogem, collegherà la salute umana e quella del pianeta alle scelte alimentari cui saremo chiamati come società. Una stagione nella quale, secondo il top scientist Remuzzi, la comunità medica non deve perdere l’opportunità di essere influente. Quasi un richiamo alle armi per istituzioni scientifiche come Biogem, sempre più orientate verso un approccio universalmente traslazionale nella ricerca biomedica.
Riflessioni in musica scaturiranno, infine, dal pianoforte romantico dell’arianese Antonio Gomena, ancora giovane, ma già raffinato interprete di un repertorio sempre più ampio. Un concerto, quello di Gomena, che consolida il rapporto di reciproco arricchimento tra l’Istituto arianese e i non pochi talenti che il territorio circostante esprime