I "paletti" di Petracca per rinnovare e costruire "Il Pd del nostro tempo".No al tesserificio, alla Provincia il partito guida la linea.
Grande partecipazione all’incontro organizzato dal consigliere regionale Maurizio Petracca che ha accolto al Polo Giovani della Diocesi di Avellino insieme a Nello Pizza ed Enza Ambrosone i numerosi amministratori, circa “35 sindaci e altrettanto delegati giunti da ogni paese dell’Irpinia”. Sull'ambizioso tema scelto, "Il nostro Tempo" in funzione dell'atteso congresso provinciale del Partito Democratico di Avellino, al centro di rinvii e di un braccio di ferro che ha portato il partito di Via Tagliamento all'implosione. Da segnalare la presenza di Enzo De Luca, Rosetta D'Amelio, , Luigi Famiglietti, Roberta Santaniello in prima fila ad ascoltare le proposte e gli interventi che si sono succeduti, ad iniziare da Gabriele Uva, dalla consigliera provinciale Repole arrivata insieme a Caterina Lengua, Luca Cipriano, Mimma Gallo,da Roberta Santaniello, dal giovane Ciarcia e da Nello Pizza. Atteso l'intervento di Petracca che è partito dalle parole di Rosanna Repole, intervenuta sul palco, “che ha detto di rendersi conto che per molti la sua presenza poteva apparire strana. Dobbiamo chiudere, ha dichiarato, questa fase definitivamente, dobbiamo finirla con l’idea di un partito che si risolve nella somma algebrica di appartenenze. Parto da Rosanna perché se la nostra volontà è quella di creare il Pd, allora dobbiamo partire da un dato di realtà che le sue parole hanno in qualche misura fotografato: un partito che non ha segretario da sei anni è all’anno zero.
E vedere qui tanta gente che non era vicina al Pd, sindaci, amministratori e riferimenti che si sono avvicinati al Pd, è un atto di responsabilità e allo stesso tempo una scommessa che solo insieme possiamo vincere”.
Poi ha continuato, “qualche giornalista, prima che iniziassero i lavori, mi ha chiesto di tessere, di soldi, del peso del potere sull’esito della contesa congressuale. E in ossequio a questa logica sono giorni che amici imprenditori mi contattano dando disponibilità a dare una mano per vincere il congresso.
Lo voglio dire chiaramente a tutti, innanzitutto a chi, prima di evocare la politica pulita riferendosi a me dovrebbe fare il bagno nell’amuchina: non siamo qui per fare il partito degli imprenditori o degli industriali, ma della gente. Non abbiamo bisogno di racimolare soldi per fare le tessere, noi vogliamo convincere le persone in carne ed ossa, incontrarle, guardarle negli occhi. Cedere alla logica del “tesserificio” significherebbe dare continuità a questi sei anni. Qualcun altro mi ha chiesto se ho paura di perdere il congresso. Non ho avuto paura di combattere con un gigante, figurarsi se ho paura di quattro nani. Vincerà chi sarà capace di imporre temi e proposte ed è quello che ci proponiamo di fare. Siamo qui per fare una cosa diversa, se ci sarà una proposta alternativa si confronterà con la nostra. Ad oggi non ne vedo ed è per questo che ho voluto questa iniziativa”.
Il Pd ha vinto ovunque ma non a Benevento. E in tutto c’è una motivazione. La credibilità, l’autorevolezza della classe dirigente che si esprime, questo fa la differenza. E qui, nessuno me ne voglia, non c’è classe dirigente. Io e Rosetta D’Amelio abbiamo fatto il possibile negli anni scorsi, insieme ad Enzo De Luca e a Roberta Santaniello. Ma la buona volontà non fa il partito. Oggi lo dobbiamo costruire. Con una linea chiara”.
Poi intercettando anche le attese dei presenti, ha posto alcuni fondamentali “paletti “ per il prossimo futuro. Sulle elezioni provinciali e sul comune di Avellino: “Leggo dichiarazioni assurde, che vanno a complicare ulteriormente una situazione resa ridicola e grottesca dalla riforma Delrio, di gran lunga la peggiore riforma che si ricordi. Una legge che ha semplicemente cancellato gli elettori, facendo del Presidente della Provincia una sorta di monarca. Una riforma ha generato mostri, l’idea diffusa è quella che il condominio stabilisce cosa si fa e come si fa, come se stessimo ragionando dei destini di una struttura privata. L’idea di decidere sulla testa dei territori è finita, questo deve essere chiaro a tutti. Innanzitutto agli alleati. Il Pd ha il dovere di guidare questo processo, il che non vuol dire che il Pd dovrà necessariamente indicare il nome del prossimo Presidente ma vuol dire riconoscere al primo partito d’Irpinia il dovere di dettare la linea, di guidare il percorso, sulla base di una linea chiara e coerente. “ E sulla città ,” stiamo commettendo un grave errore. Purtroppo, ci ritroviamo dinanzi all’impossibilità di definire ciò che è stato in questi due anni e mezzo. Parlare del nulla non si può, noi dobbiamo avere la consapevolezza che questo congresso servirà anche ad eleggere il segretario cittadino che dovrà rappresentare il punto di partenza per la costruzione dell’alternativa per il capoluogo”.