Due misure cautelari nei confronti di un tecnico del comune di Vitulano e di un legale rappresentante di un centro Sprar
Nella mattinata odierna, all’esito di una complessa attività investigativa coordinata dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Benevento, i militari del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale Carabinieri di Benevento e del N.I.P.A.A.F del Comando Provinciale Carabinieri Forestale di Benevento hanno dato esecuzione alle misure cautelari personali della “sospensione da un pubblico ufficio o servizio” nei confronti del responsabile dell’ufficio tecnico del Comune di Vitulano e del “divieto di dimora nel Comune di Vitulano” nei confronti del legale rappresentante e del gestore di fatto delle società cooperative affidatarie della gestione del centro SPRAR del Comune di Vitulano, perché gravemente indiziati dei reati di turbata libertà degli incanti e peculato. La complessa attività di indagine, coordinata dalla Procura di Benevento, consentiva, in primo luogo, di acquisire gravi indizi in ordine all’avvenuta turbativa della gara d’appalto indetta nell’aprile 2017 in favore dell’associazione temporanea di impresa risultata aggiudicataria, resa possibile grazie alla ritenuta collusione tra il Responsabile dell’Ufficio Tecnico, quale RUP della gara, uno o più membri della commissione allo stato ignoti e gli amministratori delle imprese costituite in ATI. Nello specifico, emergevano gravi indizi in merito all’avvenuta manomissione della busta contenente l’offerta economica dell’ATI, volta a sostituire l’offerta originariamente presentata con una più bassa, in modo che l’ATI potesse ottenere i punti necessari per superare un’altra cooperativa partecipante alla gara d’appalto. In secondo luogo, il prosieguo delle indagini consentiva di acquisire gravi indizi su come il responsabile dell’Ufficio Tecnico del Comune di Vitulano, in qualità di R.U.P. per la gestione del centro di accoglienza di immigrati ubicato in quel centro, approvasse il pagamento di buste paga in favore di dipendenti di una società estranea alla gestione dello stesso, nonché liquidasse le fatture di tale società, riconducibile ad uno degli indagati, a fronte di servizi mai resi e che, invece, si sarebbero dovuti fornire ai migranti beneficiari di fondi pubblici erogati dal Ministero dell’Interno. La liquidazione delle spese asseritamente sostenute per la gestione del centro SPRAR di Vitulano si basava su documenti giustificativi del tutto inconsistenti, sulla base dei quali venivano richiesti al Comune di Vitulano i rimborsi per spese mai sostenute o del tutto estranee all’attività svolta dal centro, utilizzando il corrispettivo massimo dell’appalto fissato in 790.000 euro per il triennio 2017-2019. In una circostanza, si è ritenuto che, al fine di aggirare il ritardo derivante dai controlli da parte del revisore dei conti, il RUP garantiva ugualmente l’immediata liquidazione di una fattura di €193.809,19 emessa a titolo di rimborso dalla società gestore del centro, ricorrendo alla stipula di un contratto di cessione del credito stipulato dal Comune di Vitulano in favore di un istituto 2 di credito. In tal modo veniva favorita la creazione di un credito in favore di una Banca per somme che, almeno in parte, non dovevano essere rimborsate al gestore del centro SPRAR.