Inchiesta Dolce VIta, la Cassazione conferma la legittimità delle intercettazioni su Festa
La fine dei domiciliari dopo 154 giorni per l'ex primo cittadino Gianluca Festa è sopravvenuta per il venir meno delle esigenze cautelari. Pertanto per la Corte di Cassazione, a poco più di un mese dalla sentenza pronunciata il 18 settembre scorso, le intercettazioni potranno essere utilizzate dagli inquirenti nel processo. Sono le risultanze delle motivazioni, che hanno confermato la correttezza delle procedure seguite nelle indagini dalla Procura di Avellino guidata da Domenico Airoma. Nelle motivazioni i giudici della Corte hanno scagionato Festa dal reato di depistaggio ( avrebbe fatto sparire un computer in uso nel suo ufficio) e di aver indotto, nella sua qualità di sindaco, alcuni imprenditori a sponsorizzare la manifestazione Eurochocolate del febbraio del 2023. Come è noto, la difesa di Festa, anche nell'udienza davanti ai giudici della Suprema Corte, aveva invece sostenuto "il vizio di legittimità" sulle installazioni di cimici, trojan e telecamere negli uffici del comune e dell'auto di Festa, oltre a contestare la trascrizione delle intercettazioni intercorse tra l'ex sindaco e l'architetto Fabio Guerriero, relative alle presunte dazioni di denaro ricevute da tre imprenditori in rapporto di lavoro con il comune.