La Procura chiede il fallimento del Cgs: in caso di default rischio per l'intero comparto
Un filo sottile per evitare lo spettro del fallimento della società consortile per la gestione dei servizi di depurazione. La Procura, attraverso il Pubblico Ministero Russo ha chiesto al Presidente del Tribunale di dichiarare il fallimento del Cgs . Una situazione che, se accettata, potrebbe mettere in discussione la società Asidep che ha rilevato il ramo d'azienda della depurazione.Per il prossimo 14 giugno è stata fissata un'udienza camerale per l'audizione dei commissari giudiziali, della debitrice e di altre parti interessate alle eventuali istanze di fallimento. L'ultimo bilancio approvato, relativo al 2019, come evidenzia il collega De Leo del quotidiano Il Mattino, fa emergere per la Società Consortile per la gestione dei servizi di Avellino in liquidazione, "un'esposizione debitoria di quasi 20 milioni di Euro a fronte di un attivo di neanche 5 milioni di Euro e di ricavi lordi di circa un milione e mezzo di Euro".
La richiesta di fallimento aumenta ancor di più le ansie dei lavoratori e dei sindacati anche per la situazione in cui versa il comparto della depurazione e l'Asidep che ha già collezionato una passività di circa sei milioni di Euro.Si preannunciano incontri confronti tra il presidente e amministratore delegato Chieffo, il presidente dell'Asi e i vertici della società per tentare di rilanciare il settore. Si muove in particolare la Prefettura che ha già convocato per il prossimo 6 giugno le parti .