Bisaccia - Il Viaggio d'autunno di Franco Arminio contro lo spopolamento dei paesi
- di Antonio Porcelli - "Novembre - Viaggio d'autunno nel paese d'argilla" è la provocazione sottile e ricca di significati di Franco Arminio sempre più testimonial del senso comunitario contro lo spopolamento dei paesi. Appuntamento a Bisaccia dal 23 al 27 novembre: un mese "bianco", di transizione per molti, non per Arminio, che riesce a trasmettere pubblicamente il "disagio e la solitudine" dei tanti che osservano, vivono e attendono risposte e speranze nuove per una dimensione più viva e colorita della propria quotidianità. Paesi nei quali si avverte ancora il respiro di un passato ormai lontano e la speranza con l'attesa di una nuova vitalità che tarda ad arrivare.
Si inizia il 23 alle 15.30 con "Le Meraviglie dell'orlo" in cammino partendo dall'anfiteatro adiacente la casa della paesologia con lo stesso Franco , Chiara D'Auria , Alessandro Di Bello, Pasquale Innarella, Gigio Borriello, Rino Locantore, Caterina Pontradolfo, Serena Gatti, Lello Natale.Un pomeriggio con conversazioni, atti unici, canti per chi non c'è con lo stesso Arminio e Innarella e alle 24.00 video e parlamenti notturni ,41 anni dopo il terremoto.
Il 24 si parte con il viaggio nella terra dell'osso, libri fotografici, suoni dell'Irpinia con i Makardia, letture paesologiche e alle 24.00 la notte dell'ipocondria con Arminio e Andrea Di Consoli. Il 25, incontro con Isaia Sales la grande passeggiata nel centro antico, "Intimamente vostro" con Canio Loguercio, "Canti e suoni delle terremosse", a notte inoltrata alle 1.00 cabaret delle panchine e alle 6.00 Alba ventosa e Bisaccia Nuova. Si chiude il 26 con "I poeti del novecento e quelli del mio paese" conversazione con Donato Salzarulo, gli appunti per l'inverno che viene e alle 24.00 "Canti della gratitudine anticipazioni di un libro a venire".
Sono le giornate novembrine dei paesi che si vanno ancor di più a svuotare con le case chiuse, i vicoli delle antiche botteghe ormai abbandonate. Arminio riesce a non far disperdere la storia dei paesi definiti delle "aree interne" con coraggio, caparbietà e con il coinvolgimento dei volti della paesologia. Un modo di vivere e un mondo spesso non condiviso che rende il viaggio d'autunno il viaggio dei tanti alla ricerca di nuovi orizzonti nel rispetto delle radici mai abbandonate.