Operazione della Dda, colpo al clan Sangermano con 25 arresti tra il Nolano e l'Avellinese
Controllava tutto con le armi e le estorsioni, persino sui formaggi e latticini da vendere nelle salumerie e, per le imprese edili, dove comprare forniture e provviste. La villa del boss era tappa obbligata della processione della Madonna, con tanto di inchino della statua. Siamo a San Paolo Belsito, nel napoletano. Tutto questo emerge dalle indagini - cominciate sei anni fa - della Direzione distrettuale antimafia sul gruppo dei Sangermano.
I carabinieri hanno dato esecuzione all'alba a 25 misure cautelari: tutti soggetti accusati di essere parte del clan di camorra o coinvolti nei suoi affari, tra le campagne del Nolano e dell'Irpinia con otto arresti. Il riciclaggio, in particolare, assicurava profitti importanti. Nell'elenco figurano anche Agostino e Nicola Sangermano, considerati i vertici dell'organizzazione. A dimostrazione della pressante presenza del clan sul territorio, nel corso della processione della patrona del paese, l’effigie della Santa era stata fatta “inchinare” innanzi l’abitazione del capo clan.
Agostino aveva in tasca una pistola al momento dell'arresto. Lunghissimo l'elenco di reati ipotizzati, aggravati da finalità e modalità mafiose. Sequestri preventivi per un valore di 30 milioni di euro: terreni, fabbricati, società, automobili e rapporti finanziari e in più circa 90 mila euro in contanti emersi durante le perquisizioni.